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Prosumerismo applicato: un nuovo modello per i protagonisti dell’energia industriale

Nel contesto di una transizione energetica sempre più urgente, le aziende si trovano davanti a una scelta strategica: continuare a subire i costi e le incertezze del mercato energetico o diventare protagoniste attive del cambiamento. Ed è qui che entra in gioco il concetto di prosumer, un modello che ridefinisce il ruolo delle imprese nel sistema energetico. Cos’è un prosumer energetico? Il termine prosumer nasce dalla fusione di producer e consumer, e identifica quelle aziende che producono e consumano la propria energia. Grazie all’integrazione di impianti rinnovabili, sistemi di accumulo e piattaforme intelligenti di gestione, oggi è possibile trasformare stabilimenti, magazzini e sedi aziendali in hub energetici autonomi e interconnessi. Essere prosumer significa ridurre la dipendenza dalla rete elettrica, abbattere i costi operativi e contribuire attivamente alla decarbonizzazione; ma come si declina in un contesto aziendale? Il prosumerism aziendale è una vera e propria strategia industriale. Le imprese che scelgono di produrre energia sul posto (tramite fotovoltaico, cogenerazione o impianti a biomassa) evolvono da semplici utenti del sistema a attori energetici attivi, capaci di interagire con la rete e di partecipare a mercati dell’energia locali. Questo cambiamento consente loro di aumentare l’autosufficienza energetica, controllare in tempo reale i propri consumi e dunque migliorando l’efficienza operativa e la sostenibilità ambientale. È una trasformazione che interessa sia le PMI che le grandi industrie, con vantaggi concreti in termini di costi, sostenibilità e competitività. Inoltre nel quadro normativo europeo, con l’entrata in vigore della Direttiva RED II e del Clean Energy Package, il ruolo dei prosumer è ufficialmente riconosciuto e tutelato, incentivando forme di autoproduzione e autoconsumo collettivo, anche in ambito industriale. Benefici del modello prosumer Scegliere il modello prosumer significa abbracciare una visione dell’energia più intelligente, integrata e strategica. Le aziende che adottano questo approccio possono ottenere vantaggi significativi in termini economici, operativi e ambientali. Risparmio sui costi Uno dei vantaggi più immediati del modello prosumer è la riduzione dei costi energetici. Produrre energia direttamente presso il sito aziendale , ad esempio tramite impianti fotovoltaici con autoconsumo al 70-90%, permette di abbattere le spese legate all’acquisto dalla rete, riducendo l’esposizione alla volatilità dei mercati energetici, come accaduto nel biennio 2022-2023 con i rincari oltre i 400 €/MWh. Inoltre, la detrazione degli oneri di sistema sull’autoconsumo (nei modelli SEU e CER) aumenta il vantaggio economico netto. Nel medio-lungo termine, questo si traduce in un ritorno concreto sugli investimenti energetici e in una maggiore stabilità finanziaria. Efficienza operativa Un sistema energetico decentralizzato, gestito in modo intelligente, consente di ottimizzare i flussi energetici e ridurre le inefficienze. L’introduzione di sistemi di energy management avanzati (EMS) e tecnologie predittive basate su AI permette di analizzare carichi, prevedere i consumi, regolare i cicli produttivi in funzione della disponibilità di energia rinnovabile e migliorare il performance ratio degli impianti. Resilienza energetica Disporre di una fonte di energia interna rende l’azienda più resiliente rispetto a possibili interruzioni di servizio, blackout o instabilità della rete elettrica. In un contesto in cui eventi climatici estremi, crisi geopolitiche e carenze infrastrutturali possono compromettere la disponibilità di energia, il controllo diretto sulla produzione rappresenta una garanzia di continuità operativa. L’integrazione con sistemi di accumulo permette di garantire continuità operativa anche in caso di interruzioni prolungate. Per settori critici come il farmaceutico, l’automotive o l’agroalimentare, un’ora di downtime può comportare perdite superiori a 50.000 €, rendendo la continuità energetica un elemento strategico. Sostenibilità ambientale Il prosumerism consente alle aziende di integrare fonti di energia rinnovabile nel proprio mix energetico, contribuendo alla riduzione delle emissioni climalteranti. Ogni MWh prodotto da solare FV evita in media 0,4 t di CO₂, permettendo alle aziende di monitorare e migliorare i propri KPI ESG, come il carbon footprint e l’indice di intensità energetica. Questo approccio è perfettamente in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e con le direttive CSRD, che rendono obbligatoria la rendicontazione non finanziaria per un numero crescente di imprese. Come VEIL energy abilita il prosumerism aziendale VEIL energy si propone come partner tecnologico per le aziende che vogliono intraprendere il percorso del prosumerism. Grazie ad e·boost, la piattaforma di monitoraggio e controllo dei consumi energetici, consente di aumentare l’efficienza energetica senza compromettere la produttività. Nello specifico, permette di: In un contesto in cui l’energia rappresenta sempre più un fattore critico per la competitività e la sostenibilità aziendale, il modello prosumer offre un approccio concreto e innovativo per migliorare l’autonomia operativa, ridurre l’impatto ambientale e generare valore economico a lungo termine. Attraverso le soluzioni integrate di VEIL Energy, le imprese possono gestire la transizione energetica da protagoniste, diventando parte attiva del cambiamento. Vuoi scoprire come applicare il modello prosumer alla tua realtà aziendale? Contattaci per ricevere una consulenza personalizzata.

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L’approccio di VEIL energy alla gestione energetica scalabile multi-sito

Intervista a Max Menthel – PM di VEIL energy Germany GmbH Puoi descrivere brevemente il tuo ruolo nell’installazione di e•boost in un’azienda con più siti? La maggior parte dei nostri progetti prevede il supporto a clienti nella gestione energetica di un singolo sito. Io mi sono occupato di uno dei nostri progetti multi-sito più grandi ad oggi, che ha segnato un importante passo avanti in termini di portata e complessità, poiché ha comportato l’introduzione simultanea di e•boost, la nostra soluzione per l’efficientamento energetico, in cinque siti diversi. Mi sono occupato del coordinamento delle attività in loco, comprese le componenti hardware, gli impianti elettrici e la collaborazione con il team IT. In generale, ho supervisionato l’intero processo di installazione per garantire che ogni fase fosse eseguita correttamente. Ad oggi, abbiamo completato le installazioni in otto siti per questo progetto, mentre altre sette sono attualmente in fase di pianificazione e coordinamento. Le attività di installazione per questi nuovi siti inizieranno nelle prossime settimane, a conferma del nostro impegno nel fornire soluzioni energetiche scalabili e ad alto impatto. CHI È MAX Max ha iniziato la sua carriera come test engineer nel settore automobilistico, per poi affiancare alle competenze tecniche una crescente esperienza nel project manager. Oggi, in qualità di Project Manager presso VEIL energy Germania, gestisce l’implementazione di soluzioni per l’efficientamento energetico in siti industriali, coniugando competenze operative e visione strategica. Quali benefici e difficoltà comporta una strategia di gestione energetica su più siti? Il principale vantaggio di un approccio alla gestione energetica su più siti risiede nella scalabilità. Quando i siti hanno impianti o processi simili, le misure di efficientamento adottate in una sede possono spesso essere replicate nelle altre, accelerando i risultati e il ROI.Detto questo, ogni sito presenta condizioni specifiche — come configurazione, macchinari e processi operativi — che richiedono adattamenti su misura, anche all’interno di un framework standardizzato. In VEIL adottiamo un approccio collaborativo e in cui il cliente è posto al centro: lavorando a stretto contatto con i team operativi e tecnici del cliente, ci assicuriamo che ogni implementazione sia non solo allineata agli obiettivi energetici complessivi, ma anche personalizzata in base alle caratteristiche uniche di ciascuna struttura. Questo equilibrio tra standardizzazione e adattamento specifico per sito è fondamentale per ottenere risultati coerenti e misurabili su una rete distribuita di sedi. Quali erano gli obiettivi principali del cliente per questo progetto e in che modo VEIL ha adattato l’implementazione per soddisfarli al meglio? Il cliente aveva due obiettivi principali: garantire la conformità agli standard ISO 50001 e ridurre i consumi energetici per abbattere i costi operativi. e·boost è pienamente in linea con i requisiti della ISO 50001, e stiamo attualmente supportando il cliente durante l’intero processo di certificazione. Inoltre, il cliente desiderava attivare tutti i siti contemporaneamente, per ottenere una visione centralizzata e accelerare l’adozione delle misure di efficienza. Coordinando il rollout multi-sito, siamo riusciti a semplificare l’implementazione, ridurre i tempi di installazione e favorire una più rapida diffusione delle strategie di risparmio energetico su tutte le sedi. Che tipologie di spazi e stabilimenti sono stati coinvolti nell’installazione? Come abbiamo integrato il sistema di monitoraggio nelle infrastrutture e negli impianti esistenti del cliente? Le installazioni sono state effettuate in diverse strutture, che comprendono sia aree di produzione alimentare sia unità di stoccaggio a freddo. Ogni sede ha presentato sfide operative specifiche, dalla elevata domanda energetica negli ambienti refrigerati agli stringenti standard di igiene e sicurezza nelle zone di lavorazione. Queste condizioni di vario tipo hanno richiesto una pianificazione accurata per garantire che l’infrastruttura di monitoraggio energetico fosse installata senza interrompere i flussi produttivi né compromettere la conformità normativa.Due aspetti tecnici hanno richiesto particolare attenzione: l’hardware e l’integrazione con la rete IT. Dal lato hardware, le ispezioni in loco effettuate nelle prime fasi di pianificazione ci hanno permesso di valutare esigenze specifiche, come l’installazione di quadri di controllo dedicati, l’estensione delle infrastrutture di cablaggio esistenti e la predisposizione di punti di accesso di rete affidabili, sia tramite LAN che WLAN sicure. Questi interventi hanno permesso non solo la rapida messa in funzione di e·boost, ma hanno anche rafforzato l’infrastruttura complessiva del cliente per una scalabilità futura.Altrettanto cruciale è stata l’integrazione con l’infrastruttura IT. Per un sistema come e·boost, che si basa sulla trasmissione dati in tempo reale e su analisi centralizzate, è fondamentale garantire canali di comunicazione robusti e sicuri tra i dispositivi sul campo e i servizi cloud. Abbiamo collaborato strettamente con i nostri specialisti IT interni e con i team tecnici del cliente per definire l’architettura, configurare protocolli di flusso dati sicuri e rispettare i requisiti di sicurezza interni. Questo processo collaborativo ha assicurato un’integrazione fluida con i sistemi esistenti, mantenendo al contempo elevati standard di affidabilità. Puoi illustrarci la metodologia di VEIL nel processo di implementazione di e•boost su più siti? Quali sono le fasi principali? In VEIL seguiamo una metodologia strutturata e replicabile: il processo inizia con un sopralluogo dettagliato e la creazione di un registro degli asset. Questo registro raccoglie tutti i principali macchinari ad alto consumo energetico presenti in ciascuna sede e costituisce la base per progettare un sistema di monitoraggio energetico su misura.Successivamente, passiamo alla fase di pianificazione, fondamentale per garantire un’installazione accurata e scalabile. Valutiamo i requisiti tecnici specifici di ogni sito, tra cui la configurazione dei quadri elettrici, lo spazio disponibile per l’hardware, i percorsi di cablaggio e i possibili punti di connessione. Compiliamo inoltre l’elenco completo dei carichi energetici rilevanti, verifichiamo la potenza nominale di ciascun asset e definiamo come integrarlo nel sistema di monitoraggio.Una volta completata la fase di pianificazione, passiamo all’installazione. Nella maggior parte dei casi viene installato un misuratore digitale multifunzione per monitorare e misurare i principali parametri elettrici, come tensione, potenza attiva e fattore di potenza. In questa fase colleghiamo i sensori esistenti per monitorare parametri aggiuntivi dei carichi energetici selezionati, e installiamo nuovi sensori dove necessario. L’installazione viene eseguita da elettricisti certificati, in coordinamento con il nostro team, per garantire che tutto sia realizzato in modo sicuro, efficiente e conforme agli standard del

Caro energia e efficienza energetica
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Caro energia: principali cause e soluzioni per le aziende

Negli ultimi mesi, l’Italia ha dovuto affrontare un forte aumento del prezzo dell’energia, con ripercussioni significative su famiglie e imprese. Il costo del gas ha superato i 58€/MWh, un livello che non si registrava da circa due anni. Per le imprese, si prevede un incremento del 15% delle tariffe elettriche nel 2025, una prospettiva che mette a rischio la sostenibilità economica di molti settori produttivi. Questo scenario crea forti preoccupazioni, con aziende sempre più in difficoltà nel contenere i costi e mantenere la competitività.  Tuttavia, esistono tecnologie e strategie innovative che possono offrire soluzioni concrete per contrastare il problema alla radice. In questo articolo analizzeremo le principali cause di questa escalation dei costi energetici, dai fattori economici e geopolitici alle criticità strutturali del sistema. Infine, approfondiremo il ruolo cruciale dell’efficienza energetica, una leva sottovalutata per mitigare l’impatto della crisi energetica. La dipendenza dalle importazioni Le grandi economie mondiali dipendono, con gradi differenti, dall’importazione energetica. La Cina importa circa il 20% del proprio fabbisogno, mentre gli Stati Uniti rasentano lo 0%, posizionandosi come autosufficienti in termini di produzione energetica. Se guardiamo l’Europa, invece, la percentuale sale al 58,3%, la percentuale più alta di tutte le grandi economie. Questo livello elevato di dipendenza porta chiaramente ad una vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi delle commodity energetiche sui mercati e alle conseguenze delle tensioni geopolitiche. Questo ha impatti significativi sia sui prezzi che sulla competitività dei paesi europei rispetto a Stati più autosufficienti. Nel caso dell’Italia, il grado di dipendenza energetica è il più alto di tutti i paesi europei. Prima del Covid la cifra si aggirava al 77,5%, attualmente tocca il 74,8%,restando comunque ben superiore alla media europea. Tale dipendenza sta esponendo il paese a una forte volatilità dei prezzi e ad una necessità costante di diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Un aspetto cruciale è il ruolo del gas naturale nel mix energetico italiano. Attualmente, circa il 40% del fabbisogno energetico del Paese è coperto dal gas, il quale, a sua volta, influenza il costo dell’elettricità nel 90% delle ore. La cessazione del transito del gas russo tramite l’Ucraina, dovuta alla scadenza del contratto di fornitura, ha reso la situazione ancora più critica. L’Italia ha registrato il rincaro più elevato tra i paesi europei proprio a causa della sua forte dipendenza dal gas. Le riserve di gas dell’unione europea sono scese sotto al 50% della capacità totale rispetto al 64% nello stesso periodo dell’anno scorso. Per mitigare questi rischi, il Paese ha intrapreso diverse strategie, tra cui l’aumento delle importazioni di gas da paesi alternativi come l’Algeria e l’Azerbaigian, l’espansione delle infrastrutture per il gas naturale liquefatto (GNL) e un’accelerazione verso le fonti rinnovabili. Tuttavia, la transizione energetica richiede ingenti investimenti e tempi lunghi, rendendo la questione dell’approvvigionamento energetico un tema centrale per la competitività economica dell’Italia nei prossimi anni. La vulnerabilità delle fonti rinnovabili Da circa 20 anni stiamo assistendo ad una transizione nella produzione di energia a livello europeo. Se nel 2000 l’uso del carbone arrivava a coprire il 32% del fabbisogno energetico, ad oggi siamo a circa il 12%. Una transizione cruciale, portata avanti grazie agli obiettivi di sviluppo sostenibile e di decarbonizzazione, ma che ha anche rilevanti impatti sulle altre fonti energetiche. Il gas naturale è passato da rappresentare il 12% al 17% del fabbisogno, dato in aumento negli ultimi anni dopo che le importazioni di gas russo sono state interrotte. Il passo più grande è stato compiuto nell’ambito delle fonti rinnovabili, che sono passate dal 15% nel 2000 ad un 45% del mix di generazione di energia elettrica. I dati forniti da Terna per il 2024 evidenziano che la richiesta di energia elettrica in Italia è stata coperta per il 41,2% da fonti energetiche rinnovabili, il dato più alto fino ad oggi. Il restante fabbisogno è stato coperto al 42,5% da fonti non rinnovabili e il restante dal saldo estero. Tra le diverse fonti molto positivo è l’andamento del fotovoltaico che nel 2023 ha toccato un record di produzione. Nel complesso l’incremento di fotovoltaico ed eolico è stato decisivo, coprendo circa il 18,6% del fabbisogno elettrico nazionale. Le energie rinnovabili tuttavia presentano complessità a loro specifiche: I recenti picchi nei prezzi dell’energia in Germania hanno particolarmente evidenziato il ruolo delle rinnovabili. Mentre la domanda di energia è aumentata gradualmente a causa delle temperatura invernali, la produzione di energia eolica e solare è diminuita di quasi il 50%. Il motivo è noto come “Dunkelflaute”, un periodo comune nei mesi invernali in cui il vento e il sole sono scarsi e quindi la produzione di energia rinnovabile è limitata. Questo fenomeno è frequente non solo in Germania, ma anche nei Paesi Bassi, in Austria, in Norvegia e in Danimarca. In questi periodi, il ricorso alle fonti energetiche fossili sembra essere l’unica soluzione possibile per bilanciare le forniture. In particolare, si ricorre alle centrali a gas, che possono essere messe in funzione rapidamente per soddisfare la domanda. L’adeguamento dell’offerta alla domanda è stato ulteriormente complicato dall’aumento del prezzo del gas, che ha fatto di conseguenza crescere i prezzi dell’elettricità. I costi dei permessi di emissione di CO2 Un ulteriore fattore che ha contribuito all’aumento del prezzo dell’energia in Italia è il crescente costo dei permessi di emissione di CO₂ nel sistema ETS (Emissions Trading System) dell’Unione Europea. Questo sistema di scambio delle quote di carbonio impone alle aziende altamente inquinanti, tra cui le centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili come gas e carbone, di acquistare diritti per emettere anidride carbonica. Negli ultimi anni, il prezzo di questi permessi è aumentato notevolmente, passando da pochi euro a tonnellata fino a superare i 90-100 euro nei momenti di picco. Dall’inizio del 2025 i prezzi hanno subito picchi significativi, fino a raggiungere gli € 83 a tonnellata in Febbraio. Questo incremento è stato determinato dalle politiche europee sempre più stringenti per la riduzione delle emissioni, che mirano a incentivare la transizione energetica verso fonti rinnovabili. Tuttavia, nel breve termine, l’aumento del costo della CO₂ ha avuto un effetto diretto sui prezzi dell’energia, in

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Cosa si nasconde dietro la crisi energetica in Germania?

Nel dicembre 2024, il mercato energetico tedesco ha affrontato uno shock senza precedenti. Un megawattora acquistato giovedì 12 dicembre 2024 per il giorno dopo costava 936 euro, riporta il giornale tedesco die Zeit. Sebbene l’aumento dei prezzi dell’energia sia una preoccupazione globale negli ultimi anni – a causa della pandemia COVID-19 e delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente – la situazione della Germania si distingue per la sua complessità. Questo articolo fornisce una panoramica dei fattori chiave in gioco, evidenziando in ultima analisi un elemento centrale della crisi: la transizione alle fonti rinnovabili. La situazione in Germania Negli ultimi anni, la Germania ha dovuto affrontare un forte aumento dei prezzi dell’energia, determinato da un’interazione di fattori globali, europei e nazionali. Le origini della crisi risalgono agli anni della pandemia COVID-19, quando la domanda globale di energia è aumentata più rapidamente di quanto l’offerta sia riuscita a recuperare, innescando impennate dei prezzi. La situazione si è ulteriormente aggravata nel 2022 con l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Inoltre, il gas naturale russo ha rappresentato negli ultimi anni oltre il 50% delle importazioni della Germania. Quando la Russia ha tagliato le forniture di gas all’Europa, il paese è stato costretto a rivolgersi a fonti alternative come il gas naturale liquefatto (LNG), che ha un costo molto più elevato. A livello interno, sia le strutture abitative che le industrie hanno affrontato prezzi dell’elettricità storicamente elevati, in parte a causa di tasse, tariffe di rete e supplementi come l’imposta EEG per sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili. Di fatto, la Germania è al terzo posto tra le economie con i prezzi energetici più alti, dopo Stati Uniti e Cina. Tuttavia, al centro della recente crisi energetica c’è la transizione energetica della Germania, o Energiewende. Il Paese si sta muovendo rapidamente verso le energie rinnovabili, eliminando gradualmente il nucleare e il carbone. Sebbene questa transizione miri a garantire la sostenibilità a lungo termine, ha presentato sfide significative a breve termine. Tra queste, la necessità di fonti energetiche di riserva affidabili e di costosi investimenti infrastrutturali, che hanno contributo ulteriormente all’aumento dei prezzi dell’energia. La transizione alle rinnovabili La transizione energetica è al centro della nostra analisi. Da oltre un decennio la Germania sta gradualmente aumentando la sua quota di energia rinnovabile. Nel 2022 era al 46%, mentre nel 2023 ha visto un ulteriore aumento del 5%. L’obiettivo del governo è di raggiungere l’80% entro il 2030 e di ottenere una fornitura di energia elettrica ampiamente decarbonizzata entro il 2035. Questa transizione è diventata particolarmente rilevante nel dicembre 2024, quando i prezzi dell’energia hanno subito un picco. Come spiega il die Zeit, a questo picco hanno contribuito molteplici fattori: da un lato, il conflitto in Medio Oriente ha fatto crescere i prezzi del gas a livello globale. Dall’altro, mentre la domanda di energia aumentava gradualmente a causa delle temperatura invernali, la produzione di energia eolica e solare è diminuita di quasi il 50%. Il motivo è noto come “Dunkelflaute”, un periodo comune nei mesi invernali in cui il vento e il sole sono scarsi e quindi la produzione di energia rinnovabile è limitata. Questo fenomeno è frequente non solo in Germania, ma anche nei Paesi Bassi, in Austria, in Norvegia e in Danimarca. In questi periodi, il ricorso alle fonti energetiche fossili sembra essere l’unica soluzione possibile per bilanciare le forniture. In particolare, si ricorre alle centrali a gas, che possono essere messe in funzione rapidamente per soddisfare la domanda. L’adeguamento dell’offerta alla domanda è stato ulteriormente complicato dall’aumento del prezzo del gas, che ha fatto di conseguenza crescere i prezzi dell’elettricità. Conseguenze La sfida energetica della Germania dimostra quanto sia fondamentale continuare a migliorare le strategie di ottimizzazione e conservazione dell’energia. Questo per far fronte alla vulnerabilità della rete esistente e evitare picchi di aumento dei prezzi. Le piattaforme per la gestione energetica, o Energy Management Systems (EMS), svolgono un ruolo fondamentale nell’affrontare queste sfide, ottimizzando il consumo energetico e integrando in modo efficace le fonti di energia rinnovabili. Questi sistemi monitorano e ottimizzano l’utilizzo dell’energia negli impianti industriali, riducendo i consumi non necessari. Un EMS fornisce dati e approfondimenti in tempo reale che aiutano le aziende a identificare le inefficienze energetiche e a sviluppare strategie per mitigarle. Inoltre, le piattaforme EMS prevengono gli scarti di energia attraverso l’uso di strumenti di manutenzione predittiva che individuano precocemente potenziali guasti alle apparecchiature. Implementando un sistema di gestione dell’energia, le aziende possono ottenere significativi risparmi sui costi, aumentare la sicurezza energetica, migliorare la resilienza operativa e contribuire alla sostenibilità ambientale. I vantaggi dell’integrazione di EMS con le fonti di energia rinnovabili sono: Se da un lato le energie rinnovabili sono essenziali per un futuro sostenibile, l’efficienza energetica è altrettanto cruciale. Le piattaforme per la gestione energetica migliorano l’efficienza e l’affidabilità del consumo energetico, attenuano l’impatto dell’intermittenza delle energie rinnovabili e contribuiscono agli sforzi di conservazione dell’energia. Adottando un EMS, le industrie possono svolgere un ruolo proattivo nella stabilizzazione dei costi energetici e nella promozione della sostenibilità ambientale Il ruolo di VEIL energy In VEIL energy siamo leader nella promozione dell’efficienza energetica. Facilitiamo la transizione energetica fornendo un software innovativo per la gestione dell’energia. e•boost offre il monitoraggio degli asset in tempo reale, analisi predittiva e automazione per garantire un consumo energetico efficiente, una maggiore stabilità della rete e una manutenzione proattiva. Facilitando l’accesso trasparente ai dati, aiutiamo le organizzazioni a ridurre i costi, aumentare la sostenibilità e raggiungere efficacemente i loro obiettivi energetici. Non esitate a contattarci per una demo, un audit energetico o maggiori informazioni sui nostri servizi!

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Come Golden Goose sta trasformando il suo consumo energetico

In un’epoca in cui sostenibilità ed efficienza energetica stanno diventando fondamentali, le principali catene di vendita al dettaglio si stanno concentrando sempre di più sulla trasformazione del loro utilizzo energetico. La transizione verso pratiche energetiche più sostenibili non solo riduce l’impatto ambientale, ma apporta anche significativi benefici economici. In questo articolo esploriamo le strategie innovative che i principali rivenditori stanno adottando per ottimizzare il consumo energetico. Discuteremo di integrazione delle energie rinnovabili, sistemi avanzati di monitoraggio energetico e tecnologie intelligenti. Consumo energetico nel settore della vendita al dettaglio Una lunga catena del valore caratterizza il settore della vendita al dettaglio, che coinvolge numerosi attori economici, attività e, di conseguenza, consumi ed emissioni. Non sorprende che sia uno dei settori a più alta intensità di carbonio, contribuendo a livelli elevati di emissioni di gas serra. L’ampia catena del valore della vendita al dettaglio produce la maggior parte di queste emissioni e rappresenta fino al 98% delle emissioni totali di un rivenditore. Secondo la categorizzazione delle emissioni del GHG Protocol, il settore della vendita al dettaglio ha un impatto significativo sulle emissioni di Scope 3. Ciò include l’approvvigionamento di beni, il loro trasporto e distribuzione e la lavorazione a fine vita dei prodotti. Dati questi numeri, le aziende di vendita al dettaglio puntano sempre di più a ridurre il loro impatto ambientale e a combattere attivamente il cambiamento climatico. Una di queste è la rinomata catena di moda Golden Goose. Il caso Golden Goose Golden Goose è un illustre marchio italiano specializzato in sneaker artigianali, che fonde l’artigianato tradizionale italiano con lo stile urbano contemporaneo. L’azienda ha iniziato il suo viaggio a Venezia e si è rapidamente espansa nel mercato globale, guadagnando popolarità in particolare negli Stati Uniti. Le persone riconoscono ampiamente il marchio per il suo impegno verso la qualità artigianale, il design innovativo e l’attenzione ai dettagli. Golden Goose mira a creare calzature uniche e di alta qualità che riflettano una fusione di modernità e tradizione. L’azienda si impegna inoltre fortemente per la sostenibilità ambientale riducendo l’impatto dei suoi processi produttivi e aumentandone l’efficienza. La principale fonte energetica utilizzata da Golden Goose è l’elettricità, non solo per alimentare i processi di produzione, ma anche i negozi fisici e gli spazi di lavoro. Infatti, illuminazione, riscaldamento e aria condizionata e veicoli sono i sistemi più energivori. Secondo il loro rapporto, la recente espansione aziendale ha aumentato il loro consumo energetico. Nel 2023, dichiarano di essere in grado di soddisfare il 100% del fabbisogno di elettricità dei loro negozi, uffici e siti in tutto il mondo da fonti rinnovabili. Estendono la loro cultura di responsabilità ambientale all’intera catena del valore, inclusi fornitori, stakeholder e partner commerciali. Hanno raggiunto la neutralità carbonica in Italia nel 2023 e hanno certificato BREEAM la loro sede centrale di Milano. Nel 2023, le loro attività hanno prodotto 75.464 tonnellate di CO2 equivalente in emissioni di gas serra, di cui il 99,5% sono emissioni indirette (Scope 3). La maggior parte di queste emissioni ha avuto origine dalle fasi a monte e a valle della catena di produzione. Queste includono l’estrazione delle materie prime, la distribuzione dei prodotti e la gestione del fine vita. I loro report annuali evidenziano i progressi compiuti nell’efficienza energetica e forniscono informazioni sulle strategie adottate. Abbiamo analizzato e raccolto i migliori consigli che possono essere applicati non solo alle aziende di vendita al dettaglio, ma anche all’intero settore. Buone pratiche Ecco un elenco delle best practice adottate dall’azienda per ottimizzare i consumi energetici e ridurre i costi:

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Industria 5.0 2024 – cos’è e come accedere al credito d’imposta

Il Decreto Industria 5.0 offre all’imprese italiane incentivi straordinari per l’adozione di tecnologie avanzate. Scopri come accedere al credito d’imposta. Il Decreto Industria 5.0 2024 rappresenta una rivoluzione per le imprese italiane. Pubblicato a marzo 2024, questo decreto offre incentivi straordinari per l’adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e l’IoT. Scopri come la tua azienda può trarre vantaggio da crediti d’imposta e agevolazioni progettate per potenziare la competitività e promuovere investimenti green. In che cosa consiste il decreto Industria 5.0? Il decreto Industria 5.0 è una normativa mirata a promuovere un’evoluzione significativa delle imprese, integrando maggiormente le tecnologie digitali avanzate e la sostenibilità ecologica nei processi produttivi. Il piano di transizione 5.0 mira infatti a supportare le imprese che faranno investimenti in beni e attività che generano risparmi energetici e/o apportino miglioramenti in efficienza energetica. L’Industria 4.0 si focalizzava sull’interconnessione tra macchinari e sistemi informativi. L’Industria 5.0 invece guarda all’intero processo produttivo e gli interventi di efficientamento energetico che possono essere effettuati. Questo passaggio viene agevolato con un aumento del credito di imposta che passa dal 20%, previsto dal decreto Industria 4.0, ad un credito compreso tra il 35% e il 45%, e che per alcuni tipi di impianti fotovoltaici può raggiungere fino al 63%. Destinazione dei fondi In totale sono stati stanziati circa 6.3 miliardi in crediti d’imposta che andranno a coprire le spese sostenute tra il 1 gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. L’obiettivo è supportare la transizione digitale delle aziende italiane. Di questi, 3.78 miliardi sono indirizzati a sostenere le misure di efficientamento energetico. In particolare, i fondi supportano tecnologie IoT, ERP e nuovi macchinari. A i beni per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili sono destinati 1.89 miliardi. Infine, 630 milioni sono dedicati alla formazione del personale su temi riguardanti la transizione digitale ed energetica. Chi può beneficiare dei fondi previsti? Beneficiano del credito d’imposta 5.0 tutte le imprese residenti nel territorio italiano, che nel biennio 2024-2025 effettuino nuovi investimenti in progetti di innovazione e da cui consegua una riduzione dei consumi energetici. Tali benefici sono tuttavia soggetti ad un’imprescindibile condizione; ovvero che si consegua una riduzione dei consumi energetici dell’intera struttura produttiva non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%. Quali beni sono ammissibili? Un’essenziale distinzione viene fatta tra due tipologie di investimenti, trainati e trainanti. Gli investimenti trainanti sono investimenti fondamentali che devono essere effettuati per poter beneficiare degli incentivi previsti dal piano. Devono includere beni materiali o immateriali 4.0 che contribuiscono significativamente al risparmio energetico e alla trasformazione digitale delle imprese. Ad esempio, i software per il monitoraggio e l’efficienza dei processi produttivi, come il nostro e·boost PRO, rientrano tra gli investimenti trainanti. Gli investimenti trainati invece possono essere effettuati solo dopo aver realizzato un investimento trainante. Non devono necessariamente contribuire direttamente al risparmio energetico ma sono comunque collegati agli obiettivi di trasformazione tecnologica e digitale. Possono includere: Proponiamo un esempio pratico per capire meglio. L’azienda X produce particolari accessori dei propri prodotti in plastica con procedimenti di iniezione/fresatura e sostituisce queste piccole produzioni con un nuovo processo basato su stampa 3D. Questa innovazione consente di produrre i particolari richiesti in piccola serie con la massima efficienza. Di conseguenza, si azzerano i magazzini e il processo complessivo viene ottimizzato. Il risparmio in questo caso è estremamente variabile ma potenzialmente nell’ordine del 35%. Se ipotizziamo un investimento iniziale di 120.000 euro, con il credito del 45% si guadagna un beneficio pari a 54.000 €. Questo è un investimento trainante, perché va a migliorare l’efficienza energetica. Successivamente, l’azienda acquista un gestionale che integra la parte di gestione del consumo, effettuando un investimento di 65.000 euro. Questo secondo investimento, trainato perché secondario rispetto al primo, gode comunque del 45% di credito e quindi l’azienda guadagna un beneficio pari a 29.250 euro. Come accedere al credito, passo dopo passo Qui di seguito andiamo a delineare l’iter del procedimento necessario per accedere al credito d’imposta 5.0: Dopo l’avviamento dei lavori Le certificazioni richieste sono ufficiali e devono pertanto essere prodotte da enti accreditati. Noi possiamo sostenerti nella loro elaborazione e nel monitoraggio dello stato di avanzamento delle procedure. Per le piccole e medie imprese, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 10.000 euro. Per le imprese esenti dalla revisione dei conti l’importo aggiuntivo per le certificazioni richieste è di massino 5.000 euro. I servizi VEIL energy per l’Industria 5.0 e·boost PRO, la nostra piattaforma per il monitoraggio energetico ed evoluta con intelligenza artificiale (IA) rientra tra i beni strumentali 4.0 Green che permettono di accedere al Piano Transizione 5.0. Consente infatti un risparmio dell’intera struttura produttiva superiore al 5% e gode, pertanto, del credito d’imposta del 35%. Inoltre può estendere lo stesso beneficio ad altri investimenti “trainati” che godranno anch’essi dello stesso beneficio fiscale. Oltre a questo, offriamo servizi di consulenza e certificazioni energetiche riconosciute che sono necessarie per accedere al credito. Ti sosteniamo in tutte le fasi del procedimento: Non esitare a contattarci per qualsiasi informazione o valutazione professionale per i tuoi impianti!

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Cos’è Industria 5.0? Un modello per un futuro sostenibile e umano

Unire tecnologia e umanità per una rivoluzione industriale resiliente Industria 5.0 rappresenta un passaggio dal modello automatizzato e interconnesso dell’Industria 4.0 a un approccio più sostenibile e incentrato sull’uomo. Se Industria 4.0 ha enfatizzato l’integrazione di tecnologie intelligenti come IoT, AI e big data per una migliore automazione ed efficienza, ora l’obiettivo è unire queste tecnologie ponendo l’attenzione alla sostenibilità ambientale e al benessere dell’uomo. Differenze chiave tra Industria 4.0 e Industria 5.0 Implicazioni dell’Industria 5.0 Questa transizione ha implicazioni di vasta portata per le industrie di tutto il mondo. Promuovendo un ecosistema industriale più inclusivo e sostenibile, le aziende possono non solo aumentare la loro efficienza e produttività, ma anche contribuire a obiettivi sociali più ampi. Questo nuovo modello incoraggia le aziende a innovare in modo responsabile, dando priorità al benessere dei lavoratori e dell’ambiente. Il ruolo di VEIL energy In VEIL energy siamo all’avanguardia in questa trasformazione industriale. Con oltre 20 anni di esperienza nel settore energetico, i nostri servizi di consulenza sono progettati per aiutare i clienti industriali a ottenere miglioramenti dell’efficienza energetica di oltre il 20%. La nostra competenza si estende alla gestione e all’ottimizzazione dei processi energetici tramite la nostra piattaforma SaaS avanzata, e·boost. Come VEIL Energy supporta l’Industria 5.0: VEIL energy si impegna a supportare la transizione verso l’Industria 5.0 fornendo soluzioni energetiche innovative che migliorano l’efficienza, la sostenibilità e l’attenzione all’uomo nelle operazioni industriali.

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Comunità Energetiche Rinnovabili: cosa sono e come aderirvi

Immagina una comunità in cui i vicini si uniscono per investire e beneficiare di progetti di energia rinnovabile. Questa è l’essenza delle Renewable Energy Communities, abbreviate REC. Il passaggio all’energia rinnovabile sta diventando sempre più cruciale a livello globale e queste comunità sono all’avanguardia di questa transizione. Esse rappresentano un approccio collaborativo alla produzione, al consumo e alla gestione dell’energia rinnovabile, concentrandosi su soluzioni locali e sostenibili come l’energia solare ed eolica. Scopri come i nostri servizi possono supportare le Comunità Energetiche Rinnovabili ottimizzando l’uso dell’energia, migliorando l’integrazione di diverse fonti rinnovabili e coinvolgendo gli utenti nella transizione. Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili?    In primo luogo, le REC sono gruppi di individui o organizzazioni che mettono in comune le risorse per finanziare progetti di energia rinnovabile. Questi progetti spesso includono pannelli solari, turbine eoliche e sistemi di accumulo energetico. L’obiettivo principale delle Comunità Energetiche Rinnovabili è ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, abbassare i costi energetici e migliorare l’efficienza energetica per tutti i membri. Partecipando a una REC, i membri della comunità condividono i benefici dell’energia rinnovabile, dai costi energetici ridotti a una minore impronta di carbonio. Come funzionano?    Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono costituite da residenti locali, imprenditori sociali, organizzazioni comunitarie e autorità pubbliche. Questi membri lavorano insieme come volontari, investitori o partecipanti per sostenere i progetti energetici nella loro comunità. I membri delle REC generano elettricità rinnovabile per il proprio uso e possono scegliere di immagazzinarla o venderla sul mercato libero dell’elettricità o ad altri membri della stessa comunità energetica. L’energia generata proviene da varie fonti rinnovabili. Per queste caratteristiche, spesso vengono chiamati “autoconsumatori” o “prosumer”. Quando si progetta una comunità energetica, una considerazione chiave è la disposizione ottimale delle tecnologie e delle strategie di condivisione dell’energia tra i suoi membri. Di conseguenza, il successo della comunità dipende dalla scelta dei sistemi giusti per generare e gestire l’energia. Ecco perché i software di gestione energetica sono cruciali per la sostenibilità a lungo termine di una Renewable Energy Community. Riconoscendo il potenziale delle comunità energetiche per migliorare il sistema energetico europeo in termini di sicurezza, convenienza e pulizia, il Piano REPowerEU ha stabilito un obiettivo politico collettivo di istituire una comunità energetica per ogni comune con una popolazione superiore a 10.000 abitanti entro il 2025. Le attività energetiche collettive all’interno di una comunità energetica comprendono una vasta gamma di funzioni. Queste includono la generazione di energia, la distribuzione di elettricità, la fornitura di energia, l’aggregazione, il consumo, la condivisione, l’accumulo e la fornitura di servizi e tecnologie correlati all’energia. Considerate le attività energetiche necessarie in una REC, nella prossima sezione esploreremo il ruolo dei sistemi di monitoraggio e gestione dell’energia e quali attività possono supportare. Il ruolo del monitoraggio e della gestione dell’energia   I software di monitoraggio e gestione fungono da spina dorsale per l’ottimizzazione dell’energia nelle Comunità Energetiche Rinnovabili. Questi sistemi forniscono dati in tempo reale, analisi predittive e funzionalità di automazione che aiutano a gestire il consumo e la generazione di energia in modo più efficiente. Ecco alcuni modi in cui la nostra piattaforma di efficienza energetica e·boost supporta le REC: Monitoraggio dei dati e analisi: Il nostro sistema basato su IA raccoglie continuamente dati da varie fonti, inclusi pannelli solari, turbine eoliche e contatori intelligenti. Gli utenti possono visualizzare il consumo e la produzione di energia in tempo reale, consentendo loro di regolare i modelli di utilizzo per ottimizzare l’efficienza. Inoltre, la piattaforma e·boost e l’app forniscono aggiornamenti in tempo reale sullo stato dei macchinari e dei processi, inclusi i contatori elettrici, del gas e dell’acqua. Poiché le REC dispongono di un gran numero di impianti, è essenziale garantire il monitoraggio delle prestazioni degli impianti in qualsiasi momento e ovunque.  Prosumer ship e autoconsumo: Molte comunità rinnovabili utilizzano una combinazione di fonti solari, eoliche e altre rinnovabili. I sistemi di gestione dell’energia (EMS) possono integrare queste fonti per garantire un approvvigionamento energetico bilanciato e affidabile. Inoltre, la gestione efficace dei sistemi di accumulo dell’energia, come le batterie, è cruciale. Gli EMS possono ottimizzare quando immagazzinare l’energia in eccesso e quando rilasciarla, garantendo un approvvigionamento energetico costante anche quando la produzione è bassa. Per le comunità connesse alla rete nazionale, queste app possono gestire quando attingere energia dalla rete o reimmettere energia rinnovabile in eccesso, ottimizzando sia i costi che l’efficienza energetica.  Analisi predittive e manutenzione: La manutenzione regolare viene progressivamente integrata con il monitoraggio delle condizioni e la manutenzione predittiva. Quest’ultima è in grado di monitorare il funzionamento degli impianti e, tramite l’uso del machine learning, prevedere eventuali guasti prima che si verifichino. e·boost può prevedere quando è necessaria la manutenzione in base ai dati sulle prestazioni, prevenendo guasti imprevisti e garantendo una produzione energetica continua. Questo approccio riduce drasticamente i costi di gestione degli asset e migliora l’efficienza monitorando continuamente lo stato degli asset e rilevando eventuali anomalie. Miglioramento della stabilità delle reti: Gestendo attentamente quando e come viene consumata o immagazzinata l’energia, le REC possono contribuire alla stabilità della rete. Il nostro sistema di gestione energetica aiuta a prevedere e gestire i picchi di carico e le potenziali carenze, riducendo così la pressione sulla rete esterna e migliorando l’affidabilità complessiva.  Coinvolgimento e formazione degli utenti: Fornire feedback sul consumo energetico aiuta gli utenti a comprendere i propri modelli di utilizzo dell’energia e come possono ridurre gli sprechi. I sistemi di gestione dell’energia possono supportare programmi di incentivazione monitorando i risparmi energetici e premiando gli utenti per l’adozione di pratiche efficienti dal punto di vista energetico. Il senso di comunità può essere incoraggiato condividendo i dati su come gli sforzi collettivi stanno contribuendo agli obiettivi di sostenibilità. Nella nostra piattaforma, i dati avanzati di monitoraggio energetico vengono presentati in una dashboard completa ma intuitiva. Le comunità rinnovabili possono misurare la loro impronta di carbonio con calcoli diretti dell’impatto del CO2 e identificare i modelli di consumo con report personalizzati sull’efficienza energetica e le tendenze storiche. Il ruolo di VEIL Energy    Le app di monitoraggio e gestione sono strumenti essenziali per ottimizzare l’uso dell’energia

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Sviluppo sostenibile: definizione e obiettivi globali per il futuro

Sviluppo sostenibile nel mondo di oggi: gli obiettivi da comprendere Nel 2015, le Nazioni Unite hanno presentato un’agenda ambiziosa nota come Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), una guida per raggiungere un futuro migliore e più sostenibile per tutti. Questi 17 obiettivi affrontano le sfide globali in cui siamo coinvolti, inclusi problemi legati alla povertà, alle disuguaglianze, al cambiamento climatico, al degrado ambientale, alla pace e alla giustizia. Ogni obiettivo è interconnesso; pertanto, è essenziale riconoscere che l’azione in un’area influenzerà i risultati in altre, e lo sviluppo deve bilanciare sostenibilità sociale, economica e ambientale. Spiegazione di ogni SDG Ecco una breve spiegazione di ciascuno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: Concentrarsi sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) relativi all’energia Diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) sono direttamente correlati all’energia, evidenziandone il ruolo cruciale nello sviluppo sostenibile. Ad esempio: Affrontare il cambiamento climatico è un aspetto critico degli SDG. Pertanto, gli obiettivi mirano a combattere il riscaldamento globale attraverso sistemi di gestione delle energie rinnovabili e soluzioni di energia verde per le aziende. Concentrandosi sulla gestione dell’energia e conducendo audit energetici, le aziende possono ridurre significativamente le loro emissioni di carbonio e contribuire a un pianeta più sano. Come VEIL Energy ti può aiutare In VEIL Energy, comprendiamo il ruolo cruciale che le aziende svolgono nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. I nostri servizi di consulenza energetica completi sono progettati per aiutare le aziende a allinearsi a questi obiettivi. Attraverso audit energetici dettagliati e l’implementazione di soluzioni di efficienza energetica personalizzate, supportiamo le aziende nella riduzione delle loro emissioni di carbonio e nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Che si tratti di audit di efficienza energetica industriale o di ottimizzazione energetica per aziende IT, VEIL Energy fornisce l’expertise necessaria per promuovere pratiche sostenibili e contribuire a un futuro più verde.

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Prosumerismo applicato: un nuovo modello per i protagonisti dell’energia industriale

Nel contesto di una transizione energetica sempre più urgente, le aziende si trovano davanti a una scelta strategica: continuare a subire i costi e le incertezze del mercato energetico o diventare protagoniste attive del cambiamento. Ed è qui che entra in gioco il concetto di prosumer, un modello che ridefinisce il ruolo delle imprese nel sistema energetico. Cos’è un prosumer energetico? Il termine prosumer nasce dalla fusione di producer e consumer, e identifica quelle aziende che producono e consumano la propria energia. Grazie all’integrazione di impianti rinnovabili, sistemi di accumulo e piattaforme intelligenti di gestione, oggi è possibile trasformare stabilimenti, magazzini e sedi aziendali in hub energetici autonomi e interconnessi. Essere prosumer significa ridurre la dipendenza dalla rete elettrica, abbattere i costi operativi e contribuire attivamente alla decarbonizzazione; ma come si declina in un contesto aziendale? Il prosumerism aziendale è una vera e propria strategia industriale. Le imprese che scelgono di produrre energia sul posto (tramite fotovoltaico, cogenerazione o impianti a biomassa) evolvono da semplici utenti del sistema a attori energetici attivi, capaci di interagire con la rete e di partecipare a mercati dell’energia locali. Questo cambiamento consente loro di aumentare l’autosufficienza energetica, controllare in tempo reale i propri consumi e dunque migliorando l’efficienza operativa e la sostenibilità ambientale. È una trasformazione che interessa sia le PMI che le grandi industrie, con vantaggi concreti in termini di costi, sostenibilità e competitività. Inoltre nel quadro normativo europeo, con l’entrata in vigore della Direttiva RED II e del Clean Energy Package, il ruolo dei prosumer è ufficialmente riconosciuto e tutelato, incentivando forme di autoproduzione e autoconsumo collettivo, anche in ambito industriale. Benefici del modello prosumer Scegliere il modello prosumer significa abbracciare una visione dell’energia più intelligente, integrata e strategica. Le aziende che adottano questo approccio possono ottenere vantaggi significativi in termini economici, operativi e ambientali. Risparmio sui costi Uno dei vantaggi più immediati del modello prosumer è la riduzione dei costi energetici. Produrre energia direttamente presso il sito aziendale , ad esempio tramite impianti fotovoltaici con autoconsumo al 70-90%, permette di abbattere le spese legate all’acquisto dalla rete, riducendo l’esposizione alla volatilità dei mercati energetici, come accaduto nel biennio 2022-2023 con i rincari oltre i 400 €/MWh. Inoltre, la detrazione degli oneri di sistema sull’autoconsumo (nei modelli SEU e CER) aumenta il vantaggio economico netto. Nel medio-lungo termine, questo si traduce in un ritorno concreto sugli investimenti energetici e in una maggiore stabilità finanziaria. Efficienza operativa Un sistema energetico decentralizzato, gestito in modo intelligente, consente di ottimizzare i flussi energetici e ridurre le inefficienze. L’introduzione di sistemi di energy management avanzati (EMS) e tecnologie predittive basate su AI permette di analizzare carichi, prevedere i consumi, regolare i cicli produttivi in funzione della disponibilità di energia rinnovabile e migliorare il performance ratio degli impianti.  Resilienza energetica   Disporre di una fonte di energia interna rende l’azienda più resiliente rispetto a possibili interruzioni di servizio, blackout o instabilità della rete elettrica. In un contesto in cui eventi climatici estremi, crisi geopolitiche e carenze infrastrutturali possono compromettere la disponibilità di energia, il controllo diretto sulla produzione rappresenta una garanzia di continuità operativa. L’integrazione con sistemi di accumulo permette di garantire continuità operativa anche in caso di interruzioni prolungate.   Per settori critici come il farmaceutico, l’automotive o l’agroalimentare, un’ora di downtime può comportare perdite superiori a 50.000 €, rendendo la continuità energetica un elemento strategico.   Sostenibilità ambientale Il prosumerism consente alle aziende di integrare fonti di energia rinnovabile nel proprio mix energetico, contribuendo alla riduzione delle emissioni climalteranti. Ogni MWh prodotto da solare FV evita in media 0,4 t di CO₂, permettendo alle aziende di monitorare e migliorare i propri KPI ESG, come il carbon footprint e l’indice di intensità energetica. Questo approccio è perfettamente in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e con le direttive CSRD, che rendono obbligatoria la rendicontazione non finanziaria per un numero crescente di imprese. Come VEIL energy abilita il prosumerism aziendale VEIL energy si propone come partner tecnologico per le aziende che vogliono intraprendere il percorso del prosumerism. Grazie ad e·boost, la piattaforma di monitoraggio e controllo dei consumi energetici, consente di aumentare l’efficienza energetica senza compromettere la produttività. Nello specifico, permette di: Monitorare in tempo reale produzione, domanda e accumulo Automatizzare e ottimizzare la gestione dei flussi energetici con sistemi IoT e machine learning Ridurre i picchi di potenza e ottimizzare la curva di carico Supportare la partecipazione a comunità energetiche e mercati locali dell’energia In un contesto in cui l’energia rappresenta sempre più un fattore critico per la competitività e la sostenibilità aziendale, il modello prosumer offre un approccio concreto e innovativo per migliorare l’autonomia operativa, ridurre l’impatto ambientale e generare valore economico a lungo termine. Attraverso le soluzioni integrate di VEIL Energy, le imprese possono gestire la transizione energetica da protagoniste, diventando parte attiva del cambiamento. Vuoi scoprire come applicare il modello prosumer alla tua realtà aziendale? Contattaci per ricevere una consulenza personalizzata. What Is an Energy Prosumer? The term prosumer is a fusion of producer and consumer, and refers to companies that generate and consume their energy. Thanks to the integration of renewable energy systems, storage solutions, and smart energy management platforms, businesses can now transform production sites, warehouses, and offices into autonomous, interconnected energy hubs. Being a prosumer means reducing dependence on the grid, lowering operational costs, and actively contributing to decarbonization. But what does this mean in practice for businesses? Corporate prosumerism is a true industrial strategy. Companies that choose to generate energy on-site through photovoltaics, cogeneration, or biomass plants evolve from mere users of the system to active energy players, able to interact with the grid and participate in local energy markets. This transformation enables businesses to increase energy self-sufficiency, monitor consumption in real time, and improve both operational efficiency and environmental sustainability. It applies to both SMEs and large industries, delivering tangible benefits in terms of cost savings, sustainability, and competitiveness. Moreover, under the European regulatory framework with the implementation of the RED II Directive and the