Caro energia e efficienza energetica

Caro energia: principali cause e soluzioni per le aziende

Negli ultimi mesi, l’Italia ha dovuto affrontare un forte aumento del prezzo dell’energia, con ripercussioni significative su famiglie e imprese. Il costo del gas ha superato i 58€/MWh, un livello che non si registrava da circa due anni. Per le imprese, si prevede un incremento del 15% delle tariffe elettriche nel 2025, una prospettiva che mette a rischio la sostenibilità economica di molti settori produttivi. Questo scenario crea forti preoccupazioni, con aziende sempre più in difficoltà nel contenere i costi e mantenere la competitività. 

Tuttavia, esistono tecnologie e strategie innovative che possono offrire soluzioni concrete per contrastare il problema alla radice. In questo articolo analizzeremo le principali cause di questa escalation dei costi energetici, dai fattori economici e geopolitici alle criticità strutturali del sistema. Infine, approfondiremo il ruolo cruciale dell’efficienza energetica, una leva sottovalutata per mitigare l’impatto della crisi energetica.

La dipendenza dalle importazioni

Le grandi economie mondiali dipendono, con gradi differenti, dall’importazione energetica. La Cina importa circa il 20% del proprio fabbisogno, mentre gli Stati Uniti rasentano lo 0%, posizionandosi come autosufficienti in termini di produzione energetica. Se guardiamo l’Europa, invece, la percentuale sale al 58,3%, la percentuale più alta di tutte le grandi economie.

Questo livello elevato di dipendenza porta chiaramente ad una vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi delle commodity energetiche sui mercati e alle conseguenze delle tensioni geopolitiche. Questo ha impatti significativi sia sui prezzi che sulla competitività dei paesi europei rispetto a Stati più autosufficienti.

Nel caso dell’Italia, il grado di dipendenza energetica è il più alto di tutti i paesi europei.

Prima del Covid la cifra si aggirava al 77,5%, attualmente tocca il 74,8%,restando comunque ben superiore alla media europea. Tale dipendenza sta esponendo il paese a una forte volatilità dei prezzi e ad una necessità costante di diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

Un aspetto cruciale è il ruolo del gas naturale nel mix energetico italiano. Attualmente, circa il 40% del fabbisogno energetico del Paese è coperto dal gas, il quale, a sua volta, influenza il costo dell’elettricità nel 90% delle ore. La cessazione del transito del gas russo tramite l’Ucraina, dovuta alla scadenza del contratto di fornitura, ha reso la situazione ancora più critica. L’Italia ha registrato il rincaro più elevato tra i paesi europei proprio a causa della sua forte dipendenza dal gas. Le riserve di gas dell’unione europea sono scese sotto al 50% della capacità totale rispetto al 64% nello stesso periodo dell’anno scorso.

Per mitigare questi rischi, il Paese ha intrapreso diverse strategie, tra cui l’aumento delle importazioni di gas da paesi alternativi come l’Algeria e l’Azerbaigian, l’espansione delle infrastrutture per il gas naturale liquefatto (GNL) e un’accelerazione verso le fonti rinnovabili.

Tuttavia, la transizione energetica richiede ingenti investimenti e tempi lunghi, rendendo la questione dell’approvvigionamento energetico un tema centrale per la competitività economica dell’Italia nei prossimi anni.

La vulnerabilità delle fonti rinnovabili

Da circa 20 anni stiamo assistendo ad una transizione nella produzione di energia a livello europeo. Se nel 2000 l’uso del carbone arrivava a coprire il 32% del fabbisogno energetico, ad oggi siamo a circa il 12%. Una transizione cruciale, portata avanti grazie agli obiettivi di sviluppo sostenibile e di decarbonizzazione, ma che ha anche rilevanti impatti sulle altre fonti energetiche.

Il gas naturale è passato da rappresentare il 12% al 17% del fabbisogno, dato in aumento negli ultimi anni dopo che le importazioni di gas russo sono state interrotte. Il passo più grande è stato compiuto nell’ambito delle fonti rinnovabili, che sono passate dal 15% nel 2000 ad un 45% del mix di generazione di energia elettrica.

I dati forniti da Terna per il 2024 evidenziano che la richiesta di energia elettrica in Italia è stata coperta per il 41,2% da fonti energetiche rinnovabili, il dato più alto fino ad oggi. Il restante fabbisogno è stato coperto al 42,5% da fonti non rinnovabili e il restante dal saldo estero.

Tra le diverse fonti molto positivo è l’andamento del fotovoltaico che nel 2023 ha toccato un record di produzione. Nel complesso l’incremento di fotovoltaico ed eolico è stato decisivo, coprendo circa il 18,6% del fabbisogno elettrico nazionale.

Le energie rinnovabili tuttavia presentano complessità a loro specifiche:

  • Intermittenza e variabilità: Fonti come l’energia solare ed eolica dipendono da condizioni atmosferiche mutevoli, rendendo la produzione energetica imprevedibile. Ad esempio, in assenza di vento, le turbine eoliche non generano elettricità, compromettendo l’affidabilità rispetto a fonti tradizionali come quelle fossili o nucleari.
  • Capacità di stoccaggio limitata: L’energia prodotta in eccesso durante periodi di alta produzione deve essere immagazzinata per soddisfare la domanda nei momenti di bassa produzione. Attualmente, le tecnologie di accumulo energetico, come le batterie, presentano limitazioni in termini di capacità e costi, rendendo difficile garantire una fornitura continua.
  • Gestione dei picchi di domanda: La discrepanza tra i momenti di massima produzione energetica rinnovabile e i picchi di consumo può causare squilibri nel sistema. Senza adeguate soluzioni di accumulo o strategie di gestione della domanda, diventa complicato soddisfare le esigenze energetiche durante i picchi.

I recenti picchi nei prezzi dell’energia in Germania hanno particolarmente evidenziato il ruolo delle rinnovabili. Mentre la domanda di energia è aumentata gradualmente a causa delle temperatura invernali, la produzione di energia eolica e solare è diminuita di quasi il 50%. Il motivo è noto come “Dunkelflaute”, un periodo comune nei mesi invernali in cui il vento e il sole sono scarsi e quindi la produzione di energia rinnovabile è limitata. Questo fenomeno è frequente non solo in Germania, ma anche nei Paesi Bassi, in Austria, in Norvegia e in Danimarca.

In questi periodi, il ricorso alle fonti energetiche fossili sembra essere l’unica soluzione possibile per bilanciare le forniture. In particolare, si ricorre alle centrali a gas, che possono essere messe in funzione rapidamente per soddisfare la domanda. L’adeguamento dell’offerta alla domanda è stato ulteriormente complicato dall’aumento del prezzo del gas, che ha fatto di conseguenza crescere i prezzi dell’elettricità.

I costi dei permessi di emissione di CO2

Un ulteriore fattore che ha contribuito all’aumento del prezzo dell’energia in Italia è il crescente costo dei permessi di emissione di CO₂ nel sistema ETS (Emissions Trading System) dell’Unione Europea. Questo sistema di scambio delle quote di carbonio impone alle aziende altamente inquinanti, tra cui le centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili come gas e carbone, di acquistare diritti per emettere anidride carbonica.

Negli ultimi anni, il prezzo di questi permessi è aumentato notevolmente, passando da pochi euro a tonnellata fino a superare i 90-100 euro nei momenti di picco. Dall’inizio del 2025 i prezzi hanno subito picchi significativi, fino a raggiungere gli € 83 a tonnellata in Febbraio. Questo incremento è stato determinato dalle politiche europee sempre più stringenti per la riduzione delle emissioni, che mirano a incentivare la transizione energetica verso fonti rinnovabili. Tuttavia, nel breve termine, l’aumento del costo della CO₂ ha avuto un effetto diretto sui prezzi dell’energia, in quanto le aziende produttrici hanno dovuto trasferire questi maggiori costi sulle tariffe pagate da famiglie e imprese.

In un mercato energetico ancora fortemente dipendente dal gas, come quello italiano, questo meccanismo ha contribuito ad aggravare la crescita dei prezzi dell’elettricità, rendendo il problema ancora più evidente nei momenti di forte domanda o di scarsa produzione da fonti rinnovabili.

Questo fattore, sommato agli altri elementi di pressione sui costi energetici, ha reso necessario un ripensamento delle strategie di approvvigionamento e delle politiche di sostegno alla transizione energetica, affinché la decarbonizzazione non si traduca in un peso eccessivo per consumatori e imprese.

Come affrontare l’aumento dei prezzi

La crescente variabilità dei prezzi dell’energia, influenzata da fattori geopolitici, fluttuazioni della domanda e incertezze nell’offerta, rappresenta una sfida significativa per le imprese italiane. In questo scenario, l’efficienza energetica emerge come una delle strategie più efficaci e dirette per garantire costi energetici ridotti e una maggiore competitività. Implementando misure di efficienza, le aziende possono ridurre significativamente i consumi, con risparmi che possono raggiungere fino al 20% dei costi energetici annuali, senza necessità di ingenti investimenti di capitale.

Un approccio strutturato per ottimizzare l’uso dell’energia è l’adozione di un Sistema di Gestione dell’Energia (SGE), noto anche come Energy Management System (EMS). Questo sistema integra tecnologie e metodologie che permettono alle imprese di monitorare, controllare e migliorare continuamente le proprie prestazioni energetiche. Il nostro Energy Management System, e•boost, è appositamente progettato per fornire alle aziende non solo una visione completa dei propri consumi, ma anche per gestirli in maniera ottimale.

I principali vantaggi derivanti dall’implementazione di un EMS includono:

  • Monitoraggio e analisi in tempo reale: e•boost consente di valutare le performance energetiche attraverso il monitoraggio continuo dei consumi, facilitando l’identificazione di inefficienze.
  • Identificazione di opportunità di miglioramento: Analizzando i dati raccolti, sia in tempo reale che storici, le aziende possono individuare processi energetici sottoperformanti e implementare interventi mirati per ottimizzare l’uso dell’energia. Dati puntuali permettono di investire in interventi che garantiscono i risultati migliori in termini di risparmio energetico e economico.
  • Riduzione dei consumi e dei costi energetici: Attraverso interventi mirati e strategie ottimizzate, è possibile diminuire sia il consumo energetico che i relativi costi, contribuendo al miglioramento della sostenibilità economica dell’azienda.
  • Conformità normativa: Un SGE aiuta le imprese a garantire il rispetto dei requisiti legali e normativi in materia di efficienza energetica, riducendo il rischio di sanzioni e migliorando l’immagine aziendale.

In un contesto caratterizzato da prezzi energetici volatili e sfide ambientali crescenti, l’adozione di pratiche di efficienza energetica e l’implementazione di un Sistema di Gestione dell’Energia rappresentano scelte strategiche fondamentali. Queste azioni non solo contribuiscono alla riduzione dei costi operativi, ma supportano anche gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine, rafforzando la posizione competitiva dell’azienda nel mercato globale.

Il ruolo di VEIL energy

In VEIL energy siamo leader nella promozione dell’efficienza energetica. Facilitiamo la transizione energetica fornendo una piattaforma innovativo per la gestione dell’energia. e•boost offre il monitoraggio degli asset in tempo reale, dignosi e consulenze personalizzate per garantire un consumo energetico efficiente ed una maggiore stabilità della rete. Facilitando l’accesso trasparente ai dati, aiutiamo le organizzazioni a ridurre i costi, aumentare la sostenibilità e raggiungere efficacemente i loro obiettivi energetici.

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